Italia, patria di artisti e pensatori. Terra di architetti che hanno contribuito a dar vita a monumenti immortali. Menti brillanti che, nella loro attività, hanno anche scritto e dato sistematicità alla materia delle costruzioni. Nel caso delle volte, riportiamo gli esempi di due grandi architetti, vissuti a secoli di distanza, che si sono occupati delle coperture voltate, definendole, catalogandole e spiegandone la genesi geometrica e storica.
Partiamo dal genio di Leon Battista Alberti, nato a Genova nel 1404 e morto a Roma nel 1472.
A proposito di volte a stella (a spigolo) e volte a botte, Alberti scriveva nella lingua italiana dell’epoca (in questo caso resa più simile a quella attuale):
“Vari sono i modi delle volte, ed è bene andare investigando in cosa siano differenti e di che linee siano composte; bisognerà formare nuovi nomi. Né mi è nascosto che Ennio poeta chiamò il cerchio del cielo Volta grandissima…
I modi delle volte sono questi: a mezza botte, a spigoli e a cupola tonde… Le volte a spigoli si pongono sopra le piante quadrate.
E ancora, soffermandosi sulla volta a botte, Alberti la descrive attraverso esempi figurativi e suggestivi: “Quella volta che sarà simile a un arco traforato, si chiamerà a mezza botte; sarà dunque come se accostassi uno o più archi insieme, l’uno accanto all’altro, o come se tu distendessi molto la larghezza di una trave piegata. Per il che avverrà che sopra il capo ci sarà per coperta un muro piegato”.
Più di tre secoli dopo, è Francesco Milizia (Oria, 1725 – Roma, 1798) teorico dell’architettura, storico dell’arte e critico d’arte italiano, a pubblicare nel 1768 Le Vite de’ più celebri architetti d’ogni nazione e d’ogni tempo, precedute da un Saggio sopra l’architettura, Roma 1768. Tra le pagine del volume si legge, in merito alle volte:
“Le volte curve semplici son quelle, la superficie delle quali non è interrotta da alcun cambiamento di direzione. Sotto il nome di volte a botte si possono comprendere tutte le specie di volte che sono metà di cilindro, di cui la base è circolare o ellittica, o di qualunque altra forma di curva, come di parabola, di iperbole, di catenaria, ecc”.
Milizia descrive poi la genesi geometrica della volta a botte: “Secondo questa definizione si potrebbe spiegare la formazione di una volta a botte, come quella d’un cilindro, cioè per la traccia della linea AB, mossa parallelamente a sè stessa, intorno ad una curva qualunque”.
E a seguire, alcuni suggerimenti: “Se si avesse più riguardo all’equilibrio delle pietre della volta, che alla grazia del suo contorno, è certo che le centine circolari non sarebbero le più usitate. I matematici han dimostrato che la curva più solida delle volte deve essere quella catenaria, che è la stessa che fa una vela gonfiata dal vento, e che poco differisce dalla parabola”.
Due testimonianze storiche di una tradizione antica e di grande importanza, quella delle volte, che ha caratterizzato la bellezza dell’Italia.
Una risposta to “I GRANDI ARCHITETTI E LE VOLTE: LEON BATTISTA ALBERTI E FRANCESCO MILIZIA”
19 Settembre 2023
rossanaa quale edificio si riferisce la foto?